La dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio

In tempi bui come quelli odierni, dove leggi per controllare internet si fanno sempre più strada all’interno del nostro governo, fa sempre bene rileggersi la famosissima “dichiarazione di indipendenza del cyberspazio”, datata 1996 ma ancora oggi molto attuale… lo sapevate che l’autore John Perry Barlow è un ex allevatore di bestiame del Wyoming?

Governi del mondo industriale, voi noiosi giganti della carne e dell’acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova casa della Mente. Nell’interesse del futuro chiedo a voi, che fate parte del passato, di lasciarci soli. Non siete benvenuti fra di noi. Non avete sovranità dove noi ci riuniamo.

I Governi traggono i loro poteri dal consenso dei governati. Voi non siete stati nè richiesti nè accolti da noi. Non vi abbiamo invitato. Voi non venite dal Cyberspazio, la nuova casa della Mente.

Non abbiamo eletto governi, e non ne vogliamo uno, così io mi rivolgo a voi con una autorità non più grande di quella con la quale la libertà stessa sempre parla. Io dichiaro lo spazio globale sociale, che stiamo costruendo, essere naturalmente indipendente dalle tirannie che voi cercate di imporci. Non avete alcun diritto morale di governarci, nè di possedere alcun mezzo di costrizione, che abbiamo buoni motivi di temere.

Voi non ci conoscete, e non conoscete il nostro mondo. Il Cyberspazio non giace entro i vostri confini. Non crediate di poterlo costruire, come se fosse un progetto di una costruzione pubblica. Non potete. Il Cyberspazio è un atto della natura, e cresce da solo, attraverso le nostre azioni collettive.

Non siete stati invitati nella nostra grande e comunitaria assemblea, nè avete creato la ricchezza dei nostri mercati. Non conoscete la nostra cultura, la nostra etica o le regole non scritte che già assicurano alla nostra società più ordine di quanto potrebbe essere ottenuto da alcune delle vostre imposizioni.

Dite che fra di noi ci sono dei problemi che avete bisogno di risolvere. Usate questo proclama come una scusa per invadere i nostri confini. Molti di questi problemi non esistono. Dove ci sono conflitti reali, dove ci sono torti, li identificheremo e li risolveremo con i nostri mezzi. Stiamo costituendo il nostro proprio Contratto Sociale. Questo governo sorgerà secondo le condizioni del nostro mondo, non del vostro. Il nostro mondo è diverso.

Il Cyberspazio consiste di trattazioni, di relazioni e dal pensare stesso, ordinati come un’onda verticale nella ragnatela delle nostre comunicazioni. Il nostro è un mondo che è ovunque e, allo stesso tempo, da nessuna parte… ma non è dove vivono i corpi.

Stiamo creando un mondo in cui tutti possono entrare senza privilegi o pregiudizi dovuti alla razza, al potere economico, alla forza militare e a condizioni di nascita.

Stiamo creando un mondo dove chiunque, dovunque, può esprimere i propri pensieri, non importa quanto originali, senza paura di essere costretto al silenzio o al conformismo.

I vostri concetti legali di proprietà, espressione, identità, movimento o contesto non si possono applicare su di noi. Sono infatti basati sulla materia. Qui non c’è materia.

Le nostre identità non hanno corpi, a differenza di voi, non possiamo ottenere ordini dalla costrizione fisica. Noi crediamo che il nostro governo sorgerà dall’ etica, dall’egoismo illuminato e dalla nostra comunità indipendente. Le nostre identità possono essere distribuite attraverso le vostre giurisdizioni. L’ unica legge che tutte le nostre culture costituenti riconosceranno generalmente è la Regola d’Oro. Noi speriamo di essere in grado in futuro di costruire le nostre soluzioni particolari su questa base. Ma non possiamo accettare le soluzioni che cercate di imporre.

Negli Stati Uniti, state formando una legge, la Telecommunication Reform Act, che ripudia la vostra stessa Costituzione e insulta i sogni di Jefferson, Washington, Mill, Madison, deToqueville e Brandeis. Questi sogni devono ora nascere di nuovo in noi.

Siete terrificati dai vostri stessi figli, poichè sono nati in un mondo dove sarete sempre immigranti. Poichè li temete, voi affidate alle vostre burocrazie le responsabilità paterne, che siete troppo codardi per confrontare con voi stessi. Nel nostro mondo tutti i sentimenti e le espressioni di umanità, dalla più vile fino all’angelica, fanno parte di un’ unica entità senza cuciture: la conversazione globale di bit. Non possiamo separare l’aria che soffoca dall’aria sopra la quale le ali battono.

In Cina, Germania, Francia, Russia, Singapore, Italia e Stati Uniti state cercando di scansare il “virus della libertà”, ereggendo posti di guardia ai confini del Cyberspazio. Questi potranno controllare il contagio solo per poco tempo, ma non potranno nulla in un mondo che sarà presto coperto dai bit.

Le vostre sempre più obsolete industrie d’informazione si eternerebbero, proponendo in America e ovunque leggi che proclamino la propria parola attraverso il mondo. Queste leggi dichiarerebbero che le idee sono altri prodotti industriali, non più nobili del ferro. Nel nostro mondo qualunque cosa la mente umana possa creare può essere riprodotto e distribuito infinitamente a costo zero. La convenienza globale del pensare non ha più bisogno dell’ intervento delle industrie.

Queste misure sempre più ostili e coloniali ci mettono nella stessa posizione dei precedenti amanti della libertà e auto-determinazione che dovevano respingere l’ autorità di poteri distanti e male informati. Noi dobbiamo dichiarare le nostre coscienze virtuali immuni dalla vostra sovranità, proprio mentre continuiamo a consentirvi di governare i nostri corpi. Spargeremo noi stessi attraverso il pianeta così che nessuno potrà fermare i nostri pensieri.

Intraprenderemo la colonizzazzione dell’Anima nel Cybersapzio. Potrà essere più umana e onesta del mondo che i vostri governi hanno fatto finora.

Davos, Svizzera
8 febbraio 1996

di John Perry Barlow ,
un rancher del Wyoming,
paroliere dei Grateful Dead,
cofondatore dell’Electronic Frontier Foundation

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